Dietro il teatro il mondo

Territori diversi percorsi da un viaggiatore che si orienta con le stelle

Omaggio a Vittorio Franceschi

Agorà dedica un omaggio al grande attore bolognese Vittorio Franceschi: quattro appuntamenti per attraversare il teatro, la letteratura e la poesia, a partire da pietre miliari della drammaturgia italiana come Ruzante, fino al Novecento di Cesare Zavattini, passando per la poesia di Giacomo Leopardi e del Premio Nobel portoghese Josè Saramago e attraversando grandi classici della letteratura come Herman Melville e Thomas Mann, fino ad Antonio Gramsci.

Il progetto parte venerdì 16 marzo 2018, con il primo appuntamento presso il bellissimo Palazzo Rosso di Bentivoglio (BO), dove è andato in scena Josè Saramago. Un centauro portoghese e le sue poesie, reading teatrale di Vittorio Franceschi, che parte dal suggestivo racconto Il Centauro per terminare con una raccolta di poesie dell’autore Premio Nobel per la Letteratura.
La rassegna offre un’occasione unica per incontrare la maestria e la sapienza dell’attore Franceschi e per riscoprire testi e autori della tradizione teatrale italiana attualmente poco rappresentati, insieme ad alcuni “giganti” della letteratura. Una ideale costellazione letteraria e poetica che coinvolge alcuni luoghi dell’Unione Reno Galliera, in cui si diffonde la stagione teatrale Agorà: Palazzo Rosso di Bentivoglio, Teatro Comunale di Argelato con Il Reduce – Parlamento de Ruzante che iera vegnù de campo (23 marzo), il Teatro Alice Zeppilli a Pieve di Cento con Monologo in Briciole di Cesare Zavattini (14 aprile), Palazzo Bonora a Galliera dove Franceschi leggerà Giacomo Leopardi, Thomas Mann, Hermann Melville e Antonio Gramsci (12 maggio).

Josè Saramago. Un centauro portoghese e le sue poesie Letture di Vittorio Franceschi

Dal racconto Il Centauro e poesie del Premio Nobel per la letteratura 1998

Un bellissimo racconto che ha l’andamento di un thriller incalzante narrato da un grande attore del teatro italiano. Centauro narra la lunga, tragica fuga dell’ultimo rappresentante della mitica razza, gli uomini/cavallo. E tale fuga, per montagne, dirupi, boschi e rare case, si concluderà con la sua morte per mano dell’uomo, che non essendo più all’altezza del mito, lo nega e lo cancella. Una storia che viene da un eroico passato di cui, purtroppo, non è rimasto nulla, se non i racconti dei vecchi e dei poeti. Franceschi entra in punta di piedi nello spazio di Saramago, che percepiamo antichissimo e attualissimo. La sua scrittura va a scrosci come in certi giorni d’estate quando piove d’improvviso e talvolta grandina. A seguire, la lettura di una raccolta di poesie del grande scrittore, Premio Nobel 1998 per la Letteratura.

Venerdì 16 marzo 2018, Palazzo Rosso,  Bentivoglio (BO)

Il Reduce – Parlamento de Ruzante che iera vegnù de campo

(Racconto di Ruzante di ritorno dal campo di battaglia)
di Angelo Beolco detto il Ruzante,
interprete Vittorio Franceschi
introduce Paolo Puppa (Università di Venezia)

“Ogni attore – ama dire Vittorio Franceschi – dovrebbe recitare Ruzante almeno una volta nella vita, per rinfrescarsi alla fonte e riaccostarsi a quell’impasto di pensieri, pulsioni e sentimenti senza i quali è impossibile esprimere sul palcoscenico una qualsiasi verità. Recitare Ruzante non è solo una sfida professionale, ma anche un’occasione per riaccostarsi a quelle nostre radici che pescando negli istinti e nelle pieghe del corpo riescono a dare nutrimento all’anima. Ruzante, oggi quasi dimenticato, precorre la Commedia dell’Arte e forse è da lì che bisognerebbe ripartire per ritrovare la nostra identità di attori e con essa nuova linfa, idee e suggestioni per un teatro futuro che – pur sensibile agli avvenimenti del mondo d’oggi – sia ben radicato nella nostra storia e nella storia della nostra cultura, piena di strappi e lacune ma anche di bagliori improvvisi, come questo “Parlamento” che viene proposto nella chiarificazione in dialetto veneziano di Cesco Baseggio, suo grande interprete del secolo passato”.

Venerdì 23 marzo 2018, Teatro Comunale di Argelato (BO)

Monologo in briciole Testi di Cesare Zavattini

drammaturgia, interpretazione e regia di Vittorio Franceschi
e con alla fisarmonica David Sarnelli

Monologo in briciole riunisce brani narrativi e poetici, pensieri, pagine di diario, raccontini surreali e annotazioni malinconiche, tratti dalla sua opera smisurata, magmatica, irregolare, provocatoria e tenera, scelti e riuniti in chiave drammaturgica da Vittorio Franceschi.

Il “pianeta Zavattini” cala in uno spazio a lui congeniale: il palcoscenico.

La sua produzione, apparentemente frammentaria, è in realtà il “diario di viaggio” lucido e coerente di un trasgressore, di un poeta sottile (e civile) che ci costringe a riflettere e talvolta ad aver paura di noi stessi. Uomini e donne, vecchi e bambini, un cagnolino scomparso, una mosca impigliata in una tela di ragno (come noi?), Dio, la luna, il Tempo, un ritmo: pan parapan pan pan… sì, anche frammenti, briciole… al centro del suo raccontare c’è l’uomo, sempre visto come protagonista positivo dell’avventura affascinante e misteriosa, dolorosa e dolcissima, della vita.

La “bassa” e il paesaggio in cui egli nasce e cresce, e al quale spesso ritorna per scrivere alcuni dei passaggi più struggenti. E allora la fantasia si può liberare e lasciar piovere da un cielo limpido, insieme alle stelle cadenti, doni di giocosità surreale e di comicità leggera filtrata sempre dalla gentilezza e da uno stupore antico, che colloca Zavattini fra i classici del ‘900.

Sabato 14 aprile 2018, Teatro Alice Zeppilli, Pieve di Cento (BO)

TEATRO, MISTERO, POESIA, PENSIERO

Una serata con Giacomo Leopardi, Thomas Mann, Hermann Melville e Antonio Gramsci

Letture di Vittorio Franceschi

Un viaggio nel pensiero e nell’opera di quattro giganti.
Giacomo Leopardi: Dialogo di un venditore di almanacchi e un frammento dallo Zibaldone; Thomas Mann: Delusione, racconto; Hermann Melville: un brano da La sinfonia, capitolo CXXXII di Moby Dick; Antonio Gramsci: una breve parabola sul “cavarsela da soli” dalle Lettere dal carcere

Quattro giganti, per raccontare con leggerezza la vita, che leggera proprio non è. Ironia, malinconia, nostalgia… e quando la sconfitta e la rassegnazione stanno per prender corpo, il colpo d’ala che ci riporta nel cuore della battaglia, e si ricomincia. Il venditore di almanacchi leopardiano e il suo scettico “passeggere”; lo sconosciuto che in Piazza San Marco attacca bottone per poter raccontare le sue molte delusioni; Achab che si batte contro il mistero invincibile e prima dello scontro finale confida a Starbuck le sue nostalgie; il tizio che finisce in un fosso e dopo aver chiesto aiuto più volte inutilmente riesce a tirarsi su da solo… sono tutti personaggi di un immaginario infinito, di cui l’uomo si è nutrito nei millenni seminando la terra di “se stessi” che incontriamo dovunque, sotto qualsiasi latitudine e parlando qualsiasi lingua. Loro non sanno di esserlo ma noi li riconosciamo e ce li teniamo accanto come compagni di viaggio, un po’ amandoli un po’ detestandoli. E quasi mai immaginando che si sta parlando proprio di noi. E la vita va, “come una slitta in discesa”.

Sabato 12 maggio 2018, Palazzo Bonora, Galliera (BO)