Il Teatro di Mimmo Borrelli
Un progetto della stagione Agorà e del Teatro Laura Betti Casalecchio di Reno – ATER e con la partecipazione di Politicamente Scorretto e della Cineteca di Bologna

Una delle rarissime vere novità che il teatro contemporaneo ci ha regalato, così il giornalista Goffredo Fofi definisce l’attore, autore e regista Mimmo Borrelli.
A questo grande artista è dedicato un intero progetto che attraversa la città di Bologna e la provincia, Il Teatro di Mimmo Borrelli, curato dal Teatro Laura Betti di Casalecchio di Reno ATER-Circuito Multidisciplinare dell’Emilia-Romagna e la stagione teatrale Agorà con la partecipazione del Festival Politicamente Scorretto e della Cineteca di Bologna.
Due spettacoli, una proiezione e un incontro con l’artista per presentare al pubblico un approfondimento sul teatro e sull’opera di Mimmo Borrelli.
Mimmo Borrelli, che per la prima volta arriva a Bologna, è considerato da gran parte della critica il più grande drammaturgo italiano vivente, per la indiscutibile particolarità della lingua utilizzata: un misto di dialetti dell’area dei Campi Flegrei (area situata nel golfo di Pozzuoli, a ovest della città di Napoli e del suo golfo) rivisitati in chiave poetica e drammaturgica, che creano un linguaggio aspro e duro, letterario e popolare allo stesso tempo.
La rassegna comincia giovedì 22 novembre 2018 presso la Cineteca di Bologna con la proiezione, organizzata in collaborazione con il Festival Politicamente Scorretto, del film documentario A sciaveca diretto da Paolo Boriani, che racconta Mimmo Borrelli attraverso un suo testo: il suo quotidiano e il suo teatro, la sua Napoli, ambientazione delle sue storie.
La proiezione è seguita da un incontro con il drammaturgo condotto da Elena Di Gioia, direttrice artistica di Agorà, e Cira Santoro, responsabile del Teatro Laura Betti di Casalecchio di Reno.
Il film A sciaveca – con cui si indica la rete da strascico, ma è anche un modo che i bacolesi hanno per definire qualcosa di molto negativo, la sciaveca infatti tira fuori anche la melma – è un ritratto di Mimmo Borrelli, attraverso un suo testo, il documentario racconta l’artista, il suo quotidiano, il suo teatro e Napoli, set delle sue storie. Mimmo Borrelli recita in napoletano in un ex lido abbandonato e le scene sono delle vere e proprie performance fisiche. Una linea del film è dedicata alla Napoli di Mimmo Borrelli – che vive in un paese di pescatori, Torregaveta – e ai personaggi surreali lo animano, come il padre di Mimmo, un ex pescatore. Un’altra parte del film è dedicata alla storia di Mimmo Borrelli come attore e autore teatrale, e alla sua idea di teatro e di verità a teatro. A unire le linee narrative del documentario ci sono le immagini della bellezza e della bruttezza di Napoli e le videoinstallazioni che avvicinano il linguaggio del teatro a quello del cinema.


Il progetto prosegue venerdì 23 novembre 2018 a Castel Maggiore, nel Teatro Biagi D’Antona, nell’ambito di Agorà, con lo spettacolo Malacrescita, tratto dalla tragedia La Madre: ’i figlie so’ piezze ’i sfaccimma, di e con Mimmo Borrelli e le musiche in scena di Antonio della Ragione. Una storia dolorosa di camorra, ma colma di tenerezza è quella di Maria Sibilla Ascione, ignara e innocente bambina, destinata a una condizione di metà vergine innocente, metà maga e strega, poiché segnata nelle mani, dove le linee di forza della vita, della morte e della prosperità, si uniscono a formare una M che la legittima (secondo le credenze pagano-contadine) ad avere un rapporto soprannaturale spirituale con i morti e dunque a praticare riti di guarigione da malocchio e fatture. Maria, figlia di un camorrista che coltiva pomodori vicino alle discariche nella terra dei fuochi e ne nutre la figlia intossicandola, si innamora di un delinquente detto “Santokanne” e per lui distrugge la propria famiglia uccidendo il fratello e facendo morire di crepacuore il padre. Ma il suo amato marito si sente vittima di un inganno e di una gravidanza non voluta e così lei, come una moderna Medea, per vendicarsi dei tradimenti e delle violenze, cresce i loro figli, negandogli il latte, con il vino, condannandoli alla demenza.
Il focus si conclude sabato 24 novembre 2018, al Teatro Laura Betti di Casalecchio di Reno con lo spettacolo Napucalisse di e con Mimmo Borrelli e le musiche dal vivo di Antonio della Ragione. Un monologo che scava nelle viscere di un’umanità dolente e arrabbiata, quella di Napoli, destinata a esplodere come il suo Vesuvio. In questo lavoro, emerge forte la visione Politica di Borrelli su Napoli considerato “il luogo ideale per perdere la speranza”. E il Vesuvio, questo, sembra saperlo. È così che, nello spettacolo, alcuni dei suoi abitanti invocano le grazie delle sette madonne Vesuviane, messe a guardia del vulcano per placarlo, e si chiedono se sia giusto lasciar sopravvivere questa città o se sia più giusto che questa città compia il suo destino suicidandosi tra il fuoco e la lava. Napucalisse è un’invettiva con l’anima di una preghiera, un’invocazione del fuoco per bruciare di pietà e di speranza. Con l’innocenza di un fauno e la collera di una bestia, Borrelli incarna lingua e tumulto di una Napoli che si fa archetipo e pulsa dentro la terra: archeologia di memoria, futuro e sedimento di quell’antro ribollente che è il teatro.

Intervista su Piper – Radio Citta del Capo
Il podcast della puntata di Piper del 22 novembre, il programma di approfondimento culturale a cura di Massimiliano Colletti in diretta dal lunedì al giovedì dalle 8.45 alle 12, il venerdì dalle 10 alle 11.30 e il sabato in formato magazine dalle 10.35 alle 11.30 su Radio Città del Capo.