I parassiti

Ascanio Celestini

Sabato 30 aprile ore 21
Teatro Comunale Argelato
via Centese, 50
Argelato (BO)

un diario nei giorni del Covid-19

reading di Ascanio Celestini
con Gianluca Casadei alla fisarmonica

ASCANIO CELESTINI foto di Tobe Studio (2)

Siamo stati presi di sorpresa dalla pandemia, ma l’abbiamo interpretata.
Ci hanno mostrato la fotografia del parassita e anche i numeri, le carte geografiche che cambiano colore con la diffusione del virus e i grafici.
Abbiamo un’idea razionale della malattia.
La gestiamo così bene che qualcuno la sta persino negando. Ma quel numero così alto di morti ci ha disorientato. E all’inizio abbiamo pensato che fosse proprio il numero, la quantità. E invece è una questione di qualità. Non siamo più preparati per la morte. I cadaveri non ci fanno una grande impressione. Non ci perturbano più di tanto. Ma siamo sconvolti dal nulla che se li porta via. Non sappiamo che fare. E se ci tolgono il corpo del defunto siamo completamente spaesati. Mia madre e mia nonna avrebbero messo in moto tutta una serie di riti piccoli e grandi, consapevoli e inconsapevoli. Avrebbero saputo cosa cucinare e come, cosa bere e mangiare, chi chiamare e quali parole dirgli, come e dove e quando pregare. Noi no. Noi abbiamo bisogno delle cose materiali. Senza il corpo del morto restiamo immobili con la testa vuota.
Così mi sono messo a raccontare e a scrivere. A fare qualcosa che non avesse un corpo. Perché il lutto è immateriale come la memoria, le parole, i sogni.

Ascanio Celestini

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