Lo spazio scenico è un surrogato di circo.
È il dramma di K, o forse la commedia di K, che si sveglia e trova poliziotti vestiti di tutto punto nella sua camera.
Dunque, una mattina K si sveglia e trova due poliziotti vicino al suo letto.
“Beh spiegatemi il motivo della vostra invasione in camera mia!”
“Niente. Proprio niente, non possiamo dirle niente”.
Kafka immaginò questa situazione negli anni Venti ne Il processo e oggi potremmo anche riderne pensandoci, ma se ci pensiamo un po’ meglio oggi è come allora e oggi non c’è proprio niente da ridere.
E tutto diventa un circo di marionette, di trapezisti e animali impagliati. E nel circo accoltellano K, che per l’occasione si è messo i guanti bianchi. Nel circo degli animali impagliati la giustizia si diverte.
“…un turbinio di facce, ammiccamenti, suoni, strumenti suonati dal vivo o registrati […] un chiacchiericcio indistinto di segni che si fa teatro purissimo”. (Mario Bianchi, Krapp’s Last Post)

Che cosa racconteremo
a cura di Lorenzo Donati
Domenica 4 giugno dalle 17
Villa Salina Alberghini
Via Galliera, 2
Castel Maggiore (BO)